Microsoft non contrassegnerà le notizie false come tali nei risultati di ricerca di Bing e nei post di LinkedIn. L'azienda teme che gli utenti lo vedano come una censura e pensa anche che l'etichettatura abbia poco senso.
L'amministratore delegato Brad Smith dice Bloomberg che Microsoft vede poco valore nell'etichettare la disinformazione. “Non credo che la gente voglia sentire dai governi cosa è vero e cosa non lo è. E penso che a loro non piaccia nemmeno sentirlo dalle aziende tecnologiche". Microsoft ha precedentemente ridotto la visibilità dei canali statali russi RT e Sputnik dopo l'invasione russa dell'Ucraina.
La posizione di Microsoft è diversa da quella di altri giganti della tecnologia. Meta e Twitter, tra gli altri, etichettano la disinformazione nei post in quanto tali e riducono anche la visibilità di tali post e collegamenti. Ciò è accaduto, tra l'altro, in risposta alle elezioni presidenziali del 2020 negli Stati Uniti e alla disinformazione nel primo periodo della pandemia di corona.
Microsoft cerca quotidianamente campagne di influenza da determinati paesi. Il CEO Tom Burt dice a Bloomberg che l'obiettivo non è rubare informazioni. “Il nostro intero approccio dovrebbe essere quello di fornire alle persone più informazioni, non meno. Non possiamo inciampare su ciò che gli altri potrebbero vedere come censura come tattica”.
Microsoft non dispone di un importante mezzo sociale noto per grandi quantità di disinformazione. Bing ha una quota di mercato relativamente limitata come motore di ricerca, mentre LinkedIn come social network aziendale ha raramente, se non mai, fatto notizia negli ultimi anni a causa di campagne su larga scala sulla disinformazione.